venerdì 17 maggio 2013

Svegliati e uccidi (Lutring) - 1966, Carlo Lizzani



Cineteca politica di RI

Lo scorso Lunedi si e' spento a Milano Luciano Lutring, famoso gangster rapinatore degli anni '60 che venne ribattezzato dalla stampa come 'il solista del mitra'.

La sua storia venne raccontata al cinema, quando ancora i fatti erano di cronaca nel 1966, da Carlo Lizzani in un instant movie che descrive e commenta le vicende del bandito e le ragioni della sua popolarità.
Il film fu scritto in collaborazione con Ugo Pirro (uno dei principali sceneggiatori di quegli anni, che lavoro' diverse volte con Elio Petri), e viene ancora oggi ricordato per la- sempre- impeccabile performance di Gian Maria Volonte' nel ruolo dell'ambiguo Commissario Moroni, e le musiche di Ennio Morricone.

Precursore del genere 'poliziottesco' se si guarda alle dinamiche bandito contro forze dell'ordine, il film ha anche un carattere noir, dato dalla mediocre personalita' di Lutring, bandito che non spara e che ruba per conquistare la cantante di un night club, un pesce piccolo del mondo del crimine la cui immagine e' pompata dai media per fare notizia e dalla polizia per depistare i pesci grandi della mala.

E' anche ben inquadrato il contesto consumistico di fine anni '60 che rende irrefrenabile la voglia di riscatto e di benessere, la fuga dalla vita media a qualsiasi costo per ottenere una vita agiata e ancor di più il suo status.

Nel film ebbe una parte il fratello di Volonte', Claudio Camaso, nel ruolo di Franco Magni.

Giulia Pirrone




TAV in odor di mafia ancora una volta

Di @MonicaRBedana

Parlare di TAV in questi giorni è come stringere tra le mani il filo spinato che delimita i cantieri. L'attenzione dell'opinione pubblica viene massicciamente spostata sulla violenza delle molotov, dei facinorosi che aggrediscono i "traditori" che lavorano alla Maddalena, delle minacce di morte sul web. Funziona così la messa alle corde mediatica di una comunità che da vent'anni tenta di far sentire pacificamente la propria voce, spiegare le proprie ragioni e chiede di essere ascoltata. Ascoltare non è certo prerogativa di questa politica né di questo Governo, frutto di un tradimento della volontà di cambiamento in cui sperava il Paese.

Non ci deve sorprendere quindi  il silenzio pressochè assoluto sulla notizia che la Pato Perforazioni di Occhiobello, in provincia di Rovigo, a cui nel marzo scorso non è stata rinnovata la certificazione antimafia, da qualche giorno abbia iniziato tranquillamente i lavori nel cantiere. Un nome che si aggiunge alla lista dei meriti delle aziende che già lavorano alla TAV esibendo un curriculum di tutto rispetto di condanne per tangenti e bancarotta.
E si accelera affinchè venga confermato il patto con la Francia tra due settimane, siglato sotto pesi e misure diverse del concetto di legalità; una pratica a cui abbiamo fatto il callo, grazie alla quale gli interessi dei mafiosi sono protetti ed i diritti dei cittadini annullati.