domenica 24 febbraio 2013

Rivoluzione Civile si o no

Per completare la serie di al voto al voto abbiamo uno scambio finale tra Davide che invita al voto utile contro Rivoluzione Civile, e Nicola che sostiene l'opposto. Blog libero ospita tutte le posizioni per una sinistra migliore


"Condivido parecchio della proposta politica di Rivoluzione civile.

Tuttavia, mi sembra una operazione politica da non avallare quella di mettere in vista uno o due personaggi che fanno da icona, dietro cui nascondere parecchi politici vecchi e poco presentabili, che di fatto capeggiano le correnti interne di maggioranza.
Chi ad esempio si è perso quella puntata di Report su Di Pietro farebbe bene a recuperarla prima di votarlo; costui si rifiuta di mostrare dieci anni di contabilità della associazione personalissima dentro cui ha riversato i milioni di euro di rimborsi elettorali del suo partito, altrettanto personale.
Oltretutto quella stessa icona di facciata gode di una credibilità politica costruita in magistratura come pubblico ministero: come altri, parimenti criticabili (almeno si è dimesso dalla magistratura?); ma Ingroia addirittura è il candidato premier, che ha creato il partito stesso.
Chi vuole un cane da guardia del PD.. voti SEL, soprattutto se vota in regioni cruciali al senato.
Sì, SEL è solo un cagnolino da guardia. Ma è la volta buona in cui si può fare qualcosa di sinistra, al governo. Voto utile. Voto utile !
La sera delle elezioni conterà la distanza percentuale tra le due coalizioni maggiori.
E chi vota RC rischia di avere aiutato in maniera determinante i cattivi: fate voi."

Davide, Bologna

Non condivido quanto detto da Davide, almeno non nella sua parte finale. E' vero che Rivoluzione Civile non è il partito perfetto. E' vero che Di Pietro ha fatto cose oscene. Ma se questo è il ragionamento, allora bisogna votare Grillo. Nel PD c'è gente al cui cospetto Di Pietro sembra un santarellino. Il braccio destro di Bersani è un tangentaro. Se vogliamo metterla su questo piano, il signor Riva dell'ILVA ha dato soldi allo stesso PD, e a Bersani in primis, poi c'è il problema MPS e mille altri. Fare le pulci a RC con questo record non è il massimo secondo me, soprattutto si finisce in una posizione un pò scomoda. 
Se poi vogliamo parlare di coerenza, nel caso di SEL, fare un programma di sinistra per allearsi con chi il programma di sinistra non ce l'ha....beh, si commenta da sola. E quanto all'operazione politica per nascondere i vecchi partiti, di nuovo, il PD candida Marini, Bindi, Finocchiaro, etc etc. Di cosa stiamo parlando scusa?? 
Ed infine mi dici, è il momento in cui si può fare qualcosa di sinistra. Ma scusa, dobbiamo sempre basarci sul wishful thinking, sulle illusioni di cui anche sull'articolo del NYT? No perché per ora il PD ha introdotto la precarietà (98), ridotto le tasse ai ricchi (98), tolto l'art.18 (2012), introdotto un IMU che castiga tutti indiscriminatamente (2011), messo il pareggio di bilancio in Costituzione (2012) e votato il fiscal compact (2012). Quindi dobbiamo dare un voto utile sulla base di queste cose? O sulla base di quello che vorremmo? Se tra 5 anni avrà fatto qualcosa di sinistra, allora potrai rivendicare un voto utile per la sinistra. Per ora, dopo 20 anni, si può chiedere il voto per le cose che hanno fatto, di destra.
Che poi arrivino i cattivi, tutti sanno che non è vero. Berlusconi è dietro nei sondaggi e rischia di finire dietro pure a Grillo. Se poi dovessimo votare Bersani (o Vendola, col suo patto di governo...) che si vuole alleare con Monti - e dunque con Casini, Fini, Raisi e gentaglia assortita - ecco forse questi cattivi tormenteranno i tuoi sogni per i prossimi 5 anni!

Nicola - Londra



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L'Italia va al voto tra illusione e realtà


Che Italia è quella che va al voto, stretta tra un piazzista che in 20 anni non ha combinato nulla se non arricchirsi in maniera disgustosa e un comico che non ha uno straccio di programma economico? Un paese in cui la realtà, come dice Tim Parks, è troppo dura e ci si affida all'illusione per credere in qualcosa di meglio. Perchè la realtà è quella di Monti che tassa e che va a Berlino in ginocchio, del PD che negli ultimi 20 anni si è alternato al governo con Berlusconi senza poter portare un solo risultato buono all'infuori dell'euro che tanto buono ora non è più... Invece di votare per una speranza migliore, ci riduciamo ad affidarci alla fantasia. Bellissimo il pezzo di Parks dal New York Times 

In Italy, Illusion Is the Only Reality


di Tim Parks
da New York Times

It takes a certain talent to live in happy denial, to slide toward the edge of a precipice and be perfectly relaxed about it. Of all the talents that Italians are renowned for, such nonchalance is perhaps their greatest. Their economy is in deep recession; more than one in three young adults are unemployed; they are unable to compete economically with their neighbors; yet they continue as if nothing were happening, or as if a small glitch in the dolce vita could be fixed with the wave of a wand.In particular, whether in awe or horror, they continue to be enchanted by the pied piper Silvio Berlusconi, the former and perhaps future prime minister and fabulously wealthy media magnate. In the run-up to the elections that begin today, he has promised to abolish the stiff property tax that was introduced by the previous government and is largely responsible for bringing a little credibility back to the country’s finances (and that he voted for himself when it was introduced). Not only would he abolish it, but he would actually pay back what Italians paid on it last year.
The announcement, despite coming from a man who has repeatedly failed to turn even the most promising political and economic circumstances into anything resembling the collective good, earned Mr. Berlusconi a considerable leap in the polls.
I have lived in Italy for 32 years. One of the first things that struck me was the relation between action and consequence, which is different in the other countries I knew, Britain and the United States. Here someone is found to have abused their position of public office — given jobs to relatives, accepted bribes, spent public money on personal pleasures — but does not resign, does not think of resigning, attacks the moralists and sails on regardless.
Statistics show that tax evasion is endemic, and the more so the more one moves south, to the point that around Naples, dentists declare lower incomes than policemen. Needless to say, the fiscal shortfall has to be made up with government borrowing and higher taxes for those who do pay.
Meanwhile, though sports is glaringly corrupt, fans are as passionate as ever. As the owner of the big soccer club A. C. Milan, Mr. Berlusconi decided, at the beginning of his campaign, to buy the star striker Mario Balotelli. Again he was rewarded in the opinion polls.
The constant discrepancy between how one might expect things to pan out and how they actually do is nothing new. On a tour through Italy in 1869, Mark Twain wrote, “I can not understand how a bankrupt Government can have such palatial railroad depots.”
Things don’t change. Italy recently completed Europe’s fastest train service; one can travel the 360 miles from Milan to Rome nonstop in just 2 hours and 45 minutes. In a country with a huge debt, this wonderful engineering feat has cost an astonishing 150 billion euros (about $200 billion).
Nobody seems sure where the investment came from or how the project will be paid for. One thing is certain: much of the money that legally should have been allotted to local services must have found its way to the high-speed project; to accommodate the few going fast, hosts of working people grind to the office in dirty, overcrowded trains. But what matters is the gleaming image of progress that the service projects.
Benito Mussolini, perhaps the first great propagandist of the modern era, understood perfectly this aspect of Italian psychology. “It is faith which moves mountains because it gives the illusion that mountains move,” he said. “Illusion is perhaps the only reality in life.”
On Jan. 27, at a ceremony for the national Holocaust remembrance day, Mr. Berlusconi felt it was the right time to say that Mussolini had actually done many good things and was not such a bad guy. He was rewarded with another upward twitch in the opinion polls.
It is the constant impression of people outside Italy that Mr. Berlusconi is some kind of evil buffoon and that the vast majority of Italians repudiate him. They cannot understand how a man so constantly on trial for all kinds of corruption, a man with a huge conflict of interest (he owns three national TV channels and large chunks of the country’s publishing industry), remains at the center of power.



 The answer, aside from the extraordinarily slow and complex judiciary and a distressing lack of truly independent journalism, is that Mr. Berlusconi’s political instincts mesh perfectly with the collective determination not to face the truth, which again combines with deep fear that a more serious leader might ask too much of them. One of the things he has promised is a pardon for tax evaders. Only in a country where tax evasion is endemic can one appeal to evaders at the expense of those who actually pay taxes.
The mirror image of Mr. Berlusconi might be the caretaker prime minister Mario Monti, an unelected professor of economics, who took over in late 2011, in the middle of the euro crisis. Foreign observers are convinced Mr. Monti did a great job and deserves re-election; this is naïve. As many Italians see it (and I agree), the professor merely bowed to pressure from Berlin, cut spending where there was least resistance and taxed everybody without regard to income. His election campaign, based on a rhetoric of dour seriousness, has been disappointing. As a colleague remarked, if one is to be fleeced by the government anyway, better the entertainer than the pedant.
One entertainer seeking to capitalize on the situation is Beppe Grillo, a rowdy ex-comedian-turned-political blogger whose Five Star Movement proposes to sweep away the corrupt political order and promises a utopia of salaries for the unemployed and a 30-hour workweek. Mr. Grillo’s style is so demagogical and his party so dependent on his inflammatory charisma that the 20 percent of the electorate supposedly planning to vote for him must surely have decided that it simply does not matter if the country is ungovernable after the elections.
Alternately, it may be that people feel that nothing can be done anyway, so great is the power exercised over Italy by the European Union; hence it is largely unimportant whom they vote for. Perhaps it is the effect of centuries of Catholic paternalism and reckless electoral promises, but nobody seems to envision a practical series of reforms to get from where we are now to where we might want to be; in its place there are prayers and fiscal fantasies.
Mussolini later corrected his comments on illusion. “It is impossible to ignore reality,” he said, “however sad.” One wonders, as this election approaches, how near Italy is to the moment when denial is no longer possible. I imagine Mr. Berlusconi re-elected and the stock market crashing, the country’s international credibility melting away so that he must be removed in a matter of days. But then perhaps Italy’s woes will be attributed to the perversities of international finance.
What is never countenanced is the notion that one has made very serious mistakes, or that one might really have to adjust to a reality where economic initiative has shifted decisively to the East, and investment capital with it. Almost every political program in Italy expresses a desire to return to the past, rather than understand the country’s place in a changed world.

fonte: http://www.nytimes.com/2013/02/24/opinion/sunday/in-italy-illusion-is-the-only-reality.html?pagewanted=2&_r=0
        

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In Italia serve un pò di sinistra!

La sinistra serve. Soprattutto oggi. In un mondo, in un paese sfregiato da una diseguaglianza tra le più alte in Occidente non si può pensare ad una politica nuova senza la sinistra. In un paese in cui gli imprenditori ricattano i lavoratori, lavoro o diritti, non si può non avere sinistra. In una Europa in cui i mercati finanziari decidono le politiche economiche dei governi, non si può non avere sinistra. In una Italia in cui la disoccupazione sale, in cui il precariato soffoca le speranze di una vita decente e degna, serve la sinistra.
E' vero, servono anche altre cose. Un governo stabile, e allora serve il voto al PD. Ma il governo stabile senza la politica buona non serve. Un governo stabile ha bisogno di una opposizione che non gli permetta di far pagare il debito ai soliti noti. Serve allora una opposizione di sinistra.
Certo, serve una ventata di rinnovamento, e di protesta, e di controllo verso un regime autoreferenziale. Ed allora servirebbe il voto a Grillo. Ma il problema dell'Italia non è solo la corruzione. E' soprattutto il lavoro che manca. E' la mancata rappresentanza non solo della rabbia ma delle esigenze sociale ed economiche del lavoro, dei giovani, dei precari, di quelli che hanno meno. E no, non lo può fare SEL, che pure lo vorrebbe. Al governo col PD sarà costretta a ingoiare tanti bocconi amari, lasciando nuovamente scoperta la rappresentanza di tanti. Serve un voto a sinistra senza se e senza ma. Anche se Rivoluzione Civile non è stato quello che molti avrebbero voluto. Anche se Di Pietro ha gestito in maniera pessima l'Italia dei Valori. Anche se il Pdci non si mette mai d'accordo con Rifondazione. Il no al fiscal compact, il no alla riforma Fornero, il si alla patrimoniale sono le cose più importanti di cui ha bisogno l'Italia oggi. Solo Rivoluzione Civile le promette tutte e tre. Non è nè tanto né poco, ma è necessario.
Pur con tutti gli sbagli non possiam essere l'unico paese in Italia senza quella sinistra che vada oltre il PSE - il PSE del New Labour di Blair e dei suoi figliocci, di Hollande che ha tradito le promesse elettorali, del PSOE che ha lasciato che la Spagna andasse in malora, del PASOK che ha rovinato la Grecia. I socialisti lasciati a se stessi hanno fatto 20 anni di danni. Ed in fondo, se ci guardiamo alle spalle, quello che ha detto la sinistra dagli anni 90 in avanti si è rivelato giusto. Il mercato non funziona lasciato a se stesso, checchè ne dicano Giannino e Zingales. Il modello americano era sbagliato e portava povertà, se ne è accorto anche Obama, perchè non dovremmo riconoscerlo noi? Le liberalizzazioni rischiano di portare povertà e meno tutela, perchè rischiano di diventare liberalizzazioni dello sfruttamento, come è puntualmente successo. Le banche avevano troppo potere, e lo avevamo detto. La globalizzazione non portava più ricchezza per tutti ma uno schiacciamento verso il basso di salari e diritti - quello che ci accade tutti i giorni sotto il naso. Abbiamo sempre avuto ragione. E ora diciamo che il fiscal compact non funziona, che l'austerity è sbagliata, gli unici tra i partiti italiani a dirlo. E abbiamo ragione anche adesso, ce lo dice anche il Fondo Monetario Internazionale, non proprio la centrale dei comunisti.
Dunque l'Italia ha bisogna della sinistra che sia spina nel fianco a chiunque sia nel prossimo governo. Ne ha bisogno il Paese, ne ha bisogno la democrazia. Ne hai bisogno anche tu, anche se non sei di sinistra.

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