martedì 19 marzo 2013

Grillo, il PD ed il cambiamento: ora o mai più?


di Alessandro Volpi

Credo sia innegabile che il risultato elettorale abbia forzato il PD a ripensare la propria strategia. Certamente non tutto il partito ma almeno il segretario e una parte della dirigenza. Probabilmente con grande soddisfazione di ampia parte della base. Mi auguro che Bersani abbia finalmente capito che il suo elettorato di riferimento non sono gli imprenditori del nord est, che Confindustria non e’ il suo principale sponsor, che una forza di centro sinistra dovrebbe geneticamente rivolgersi a quelle categoria e a quelle parti sociali regolarmente bastonate anche dai governi di centrosinistra o coi voti del PD. Si tratta di un cambiamento netto e drammatico, che rompe in maniera anche inattesa e coraggiosa con
le trame di Napolitano e quanti altri nel pd (non sono pochi) avevano indicato l’uscita dallo stallo elettorale in cui si erano cacciati in termini di un nuovo e piú scandaloso papocchio con Berlusconi, contro cui fino al giorno prima si chiedeva il voto utile, e fino a due si governava insieme (quando si dice alta politica…).

Le stessa sofferta discussione interna (o piuttosto il colpo di mano) che ha portato alla candidatura e poi alla vittoria di due personalita’ indiscutibili come Boldrini e Grasso rivela come questa virata in casa PD sia per ora solo un segnale, una fuga in avanti, e non necessariamente il risultato di una autocritica politica profonda che ha generato un convinto cambio di direzione da parte del partito. Credo che il gioco sia ancora molto aperto, ed e’ presto per stappare champagne. Ma tant’e’, credo che a Bersani vada riconosciuto un tentativo coraggioso e non ha senso criticare una linea che sembra finalmente voler far tesoro dei propri errori.

Avremmo assistito a tale cambiamento se il PD avesse vinto le elezioni? O se solo monti avesse preso il 20% in modo che una possibile coalizione pd-montiani fosse maggioritaria? Non scherziamo … certo che no. Ma questo non rende il tentativo di Bersani meno importante. Dover fare i conti col fatto che il paese e I suoi cittadini non siano e pensino cio’ che si credeva e’ parte della politica. Che e’ imperfetta, e procede spesso x errori e correzioni. Non credo quindi che vada sottratta importanza al new deal bersaniano. Parte dalla presa di coscienza di una linea che e’ stata disastrosa, e prova a parlare un’altra lingua. Piu’ che valutare la dose di opportunismo politico, mi premerebbe quindi capire se c’e’ spazio per proseguire su questa strada, perche’ la risposta non e’ affatto scontata.

Tornero’ su questo punto. Ma prima una domanda e’ doverosa. Si dovrebbe forse ringraziare Grillo per aver indirettamente ingenerato questo benefico terremoto? Senza il suo successo e lo stallo politico che ha determinato, staremmo probabilmente assistendo a una riedizione del montismo con parole d’ordine ben diverse da quelle che ci ha regalato il nuovo presidente della camera. O senza arrivare a tanto, persino agli 8 punti del nuovo programma. Siamo quindi davvero tutti debitori a grillo? Personalmente, mi pare una gran forzatura e mi rifiuto di pensarlo. Credo che il nesso causale sovra esposto sia innegabile. Ma credo anche che chi in buona fede ha votato grillo in nome della famosa spallata al sistema, dopo l’esordio in parlamento non ha molto di cui rallegrarsi.

Grillo ha la chiara occasione di incidere pesantemente su un governo finalmente ben disposto e libero da vincoli dogmatici. E sputa su una opportunita’ piu’ unica che rara, non so se per mancanza di visione politica, per desiderio di capitalizzare al massimo la sua furia distruttrice, o perche’ in fondo se ne frega. E questa non puo’ non gettare un’ombra pesantissima sulla sue reali intenzioni o per lo meno sulla effettiva efficacia del suo progetto online. Perche’ una cosa sia chiara: il M5S ha preso il 25%, al senato anche meno, che e’ si un successo ma significa anche che 3 italiani su 4 non gli hanno firmato una cambiale in bianco. E mi sembra anche di vedere, dalle reazioni in rete e degli eletti, che anche quel 25% non e’ plebiscitario, ma vorrebbe che il proprio voto o impegno fosse usato in modo costruttivo e non solo x distribuire vaffa….

E dunque, purtroppo, il tentativo di Bersani ha ottime probabilità di fallire, perche’ Grillo non votera’ la fiducia (come pensa di cambiare il paese, a colpi di twitter e blog???) e se si dovesse formare un governo coi voti di montiani o di lega o PDL, non potra’ certo essere un esecutivo che va incontro alle istanza dei grillini. O se invece si tornasse a votare, potremmo ritrovarci un Renzi al comando, con buona pace di chi sperava in una evoluzione a sinistra del PD. Sarebbe la morte in culla di un possibile rinnovamento a sinistra. Ci ritroveremmo con un Tony Blair de noantri su cui non c’e’ bisogno di dare un giudizio perche’ ci ha gia’ pensato la storia, per chi non ha pregiudizi a leggerla con onesta’. Renzi, il nuovo che nasce giá vecchio. Chi vive a Firenze lo riconosce come un amministratore capace e pragmatico. Sara’ senz’altro cosi, non ho problemi ad ammetterlo. Mi chiedo solo perche’ personaggi
col suo repertorio ideologico e il suo credo politico si ostinino ad albergare dalle parti
della sinistra o supposta tale. Il discorso vale ovviamente x i tanti Blair, D’alema, Veltroni, Letta, Fassino, Chiamparino, Violante e giu’ giu’ fino ai Calearo e ai Colaninno. Riconosco a chiunque il diritto di prendere parte alla vita politica in posizioni differenti, difendendo interessi diversi e modelli alternativi di sistema sociale ed economico. Ma se tanto per fare un esempio si pensa che in nome del profitto e’ giustificabile barattare i diritti inalienabili dei lavoratori, che la risposta alla disoccupazione e alla precarieta’ (di cui si e’ tra i principali responsabili) siano i licenziamenti facili o la riforma delle pensioni più reazionaria d’europa, o che i tagli selvaggi allo stato sociale siano un segno di modernita’, perche’, perche’, perche’ (anzi, mourinhanamente, porque, porque, porque) ci si ostina a dirsi di sinistra?

Non potrebbero i signori Renzi probabili prossimi leader del PD fare un’operazione di chiarezza e farsi un partito coi vari Monti, ed operare legittimamente per l’attuazione del loro programma dalla parte che gli e’ naturalmente consona?? Sinceramente, e’ una domanda che continuo a farmi da anni… e che grillo, con ogni probabilita’, rendera’ ancora terribilmente attuale.

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