lunedì 18 febbraio 2013

Giannino: master a sua insaputa

Povero Oscar, da moralizzatore a moralizzato, ma d'altronde si sa, tra i liberisti, come tra i comunisti, ce ne è sempre uno più puro di te. E il più puro, in questo caso è il buon Zingales. Che la domenica se la prede con Montezemolo, e il lunedì attacca Giannino e rompe con FARE.
Lo scandalo, in breve: Giannino millanta un master in economia a Chicago, ma son tutte panzane. Ora dice che era andato lì, nella mecca dei liberisti, a studiare inglese. Purtroppo per lui, carta, o meglio, video canta. Forse salterà fuori che era andato a Chicago a prendere un master in moda....
Un colpo gobbo per Berlusconi, comunque, visto che Giannino rischiava di fargli perdere la Lombardia. E oggi invece, ancora prima di essere eletto, affonda in uno scandalo, minore quanto vogliamo, ma che non può che appannare la sua immagine.
E d'altronde un gruppo di originaloni come queli di FARE non poteva certo durare. Economisti con la verità in tasca, incapaci al contraddittorio, spesso con argomenti che passano dall'invettiva all'insulto (Boldrin in testa). Pronti a sputare sentenze e a lanciare grandi messaggi catartici. Ma pare non siano usciti dalle loro Università per qualche anno. Lo facessero si accorgerebbero che il loro bel mondo ideale non esiste più, che il mercato crea povertà, che il merito esiste solo dove lo Stato ha un ruolo decisivo (basta controllare i dati sulla mobilità sociale in Svezia e Stati Uniti), che l'oligarchia moderna - cioè quello che teme Zingales nel suo libro - è figlia della deregolamentazione.
Meglio andare avanti per slogan, più facile e porta pure qualche simpatia. Fino alla prossima rissa da cortile, naturalmente.

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