martedì 12 febbraio 2013

Al voto, al voto - 8

"Voto, anzi, ho già votato per SEL (la pseudo magia dell’italiana mezza all’estero).

Un voto sentito e voluto e pensato a lungo, che al tempo stesso vivo come una sconfitta, un po’ personale e un po’ della sinistra tutta.

Voto convinta un programma che mette il lavoro al centro delle sue proposte elettorali e che sceglie Giovanni Barozzino tra i suoi rappresentanti in lista, sapendo che ce la metterà tutta per portare forte la voce del mondo reale dove potrà essere ascoltata; queste le sue parole nel nostro ultimo scambio di mails. 
Voto per i diritti, quelli di tutti e di tutte. Voto per la lotta al femminicidio e mentre lo scrivo non mi tremano le mani, sí il cuore per lo strazio che mi provoca questo neologismo che una vera cultura dell’uguaglianza potrebbe averci risparmiato. 
Voto per quel 40% di donne nelle liste del centrosinistra che in un momento cruciale per il rinnovamento della politica porteranno preparazione, volontà, capacità di guardare le cose anche da un altro punto di vista (e io continuerò ad essere contro le quote rosa e tutte loro lavoreranno perché domani le quote rosa  non siano più necessarie a garantire la nostra presenza - a parità di possibilità e condizioni- laddove si costruisce il futuro del Paese). 
Voto con la speranza che l’idea di sinistra di SEL pungoli i punti giusti di un partito grande come il PD, che potrebbe essere di gran lunga migliore sulle questioni sociali e farsi primo portavoce in Europa del cambiamento necessario ad uscire finalmente dal vicolo cieco del liberismo. 

Voto inoltre per un uomo che sta facendo una campagna elettorale responsabile, basata semplicemente su un programma in cui crede, lontana dagli isterismi, dalle provocazioni e dalle promesse magniloquenti. In sostanza, una campagna elettorale educata. E per me la forma conta, soprattutto quando in gioco c’e il rispetto per gli altri. 

La convinzione della scelta non allontana tuttavia la sensazione netta che si potesse fare di meglio; perché la frammentazione pratica, negli schieramenti, di una sinistra che si muove compatta su un piano ideologico  è comunque una sconfitta. E si spera non si traduca in vittoria di Pirro alle urne. 

(E quanto avrei voluto votare in un seggio italiano anziché per posta alla circoscrizione esteri)."

Monica, tra Padova e Salamanca

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