domenica 25 novembre 2012

Quasi nulla
25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Di Monica Bedana

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Voi che senza noi siete quasi nulla
E noi che, di questa cosa, non ce ne ricordiamo mai abbastanza.
Che vi abbiamo portati in grembo, cresciuti, sostenuti, compresi, difesi, serviti e riveriti. E amati e perdonati. E non vi sembra mai abbastanza.

Dicono che sia fondamentalmente una questione culturale, ma non è sempre vero e comunque in Italia non esitono nemmeno statistiche affidabili che possano provarlo. Succede perfino nelle apparentemente migliori famiglie, io lo so. Quella mano che sferra il colpo l’abbiamo stretta e accarezzata ma non siamo in grado di fermarla. E troppo spesso tutto diventa troppo tardi.

Dovrebbe aiutarci la legge. Ma a cosa serve denunciare se poi non possiamo godere di mobilità geografica, andare altrove, lontano. E ci vengono negate le agevolazioni sul lavoro (se abbiamo la fortuna di averlo) , la sicurezza del poterlo conservare quando l’incubo sarà passato, o che le assenze  dovute ad aggressione diano almeno diritto ad un sussidio per incapacità.

E quando il lavoro non ce l’abbiamo e dipendiamo economicamente da un aggressore, lo Stato ci dia una formazione per spezzare questa catena, ci agevoli l’accesso a una casa, ma sostenga anche le aziende che si impegnano a contrattarci per contribuire alla nostra indipendenza.

Magari le forze dell’ordine lavorassero insieme, coordinate, organizzate in unità specificamente preparate a combattere la violenza sulle donne. E la Giustizia fosse anche che le vittime godessero di difesa gratuita nei tribunali.

E si indurisse il codice penale (in altri Paesi per minacce lievi da 6 mesi ad un anno di reclusione, 5 anni se chi maltratta minaccia con armi od oggetti pericolosi, altri 5 di inabilitazione all’esercizio della patria potestà, per esempio. E la sospensione cautelare del porto d’armi).

Ma condannare duramente non basta, anzi, spesso aumenta il desiderio di violenza. Non spariranno mai i lividi sul corpo se non si curano quelli dell’anima. Riabilitare, impiegarsi a fondo per riabilitare, con programmi specifici ai condannati.
Ed educare, fin da piccoli. All’uguaglianza e contro ogni forma di violenza verso gli altri. Una materia specifica a scuola, che ci faccia crescere al riparo da mentalità arcaiche e ci liberi dai lutti.

La politica può salvare molte vite e fare ancora grandi cose se non permette che si annienti lo stato sociale in nome dei grandi interessi finanziari. Perché tutto quanto sopra è, in fondo, in buona parte questione di soldi che mancano. Ed è da tener presente più che mai oggi, giorno di primarie del centrosinistra, se a sinistra si crede ancora negli uomini e nelle donne prima che alle cose.

Impegnamoci a far scomparire dal dizionario una parola che mi perseguita nella mia lingua adottiva con una forza che mi atterra: maltratador.

A mia madre

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