domenica 6 maggio 2012

QUE SE VAYAN TODOS!




L'onda anomala è arrivata, è uno tsunami rosso che spazza l'Europa dell'austerity. I padrini dei tagli, gli amici del capitale, i supporters dell'Europa tecnocratica e dittatoriale stanno cadendo come frutti troppo maturi.
Se ne va a testa bassa Sarkozy, il gemello diverso di Lady Merkel, uno dei principali protagonisti dell'inferno economico europeo, uno dei fautori del suicida fiscal compact. Se ne va Papademos, il tecnocrate mai eletto, imposto da Merkozy e da Draghi, l'affamatore della Grecia. E' un tracollo per il PASOK, il partito pseudo-socialista greco che perde 2/3 dei voti. Ed in settimana aveva preso una bella mazzata la coalizione brittanica, impostata sui tagli (sociali) per i poveri e sui tagli (fiscali) per i ricchi. 
Vince, trionfa Hollande che ha riposizionato i socialisti francesi su posizioni finalmente veramente progressiste, veramente riformiste - e non certo rivoluzionarie. Età pensionabile che torna a 60 anni, tasse per i milionari, no alle politiche fiscali deficienti. Mica parliamo di espropri! Eppure è l'unico socialista in Europa a volerlo fare.
Vince, trionfa la sinistra greca, in particolare Syriza che candidava come capolista Manolis Glezos, simbolo della resistenza durante la guerra. La sinistra unita sarebbe oltre il 30%, senza naturalmente contare il PASOK.
Ora tocca a Merkel, ora tocca a Monti. Le loro immagini riflesse, il presidente francese ed il tecnocrate greco son stati messi alla porta dagli elettori. Il prossimo anno toccherà anche a loro.
Que se vayan todos, per il bene dell'Europa. 


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FORZA GRECIA!


La Grecia sembra dire no al liberismo selvaggio, dice no all'austerity, dice no ai mercati. Syriza, la variegata alleanza della sinistra radicale greca viene data dagli exit poll come secondo partito ellenico, superando il PASOK. E la forbice indica che potrebbe addirittura essere il primo partito. 



 

Parzialmente punito dagli elettori il KKE, per il suo rifiuto di qualsiasi alleanza programmatica con gli altri partiti di sinistra.
Ora aspettiamo i voti veri e la ripartizione dei seggi con la complicatissima legge elettorale greca. Ma l'austerity ha già perso.
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Trota in salsa Shqipetare


di Francesca Fondi

La notizia del diploma “acquisito” da Renzo Bossi presso l’Università “Kristal” di Tirana avrà certamente stupito chi l’ha appresa, o quantomeno tutti coloro che (forse ingenuamente) credono che idee politiche e comportamenti dovrebbero essere legati da una buona dose di coerenza.
La bizzarra vicenda  ha dunque scatenato l’indignazione tutta italiana verso un “politico” che, dopo aver per ben 4 volte ripetuto l’esame di maturità, poco più di un anno dopo si ritrova nientepopodimeno che un diploma di laurea triennale in business management. Doppia indignazione, poi, in quanto tali studi sarebbero stati foraggiati da altrettanto discussi finanziamenti pubblici al partito della Lega Nord. Una conferma insomma, che, date le note limitate capacità intellettuali del soggetto in questione, non restava altro da fare che comprarsi un bel diploma inclusivo di lista di esami sostenuti e rispettiva votazione. Ah certo , comprati anch’essi, sia chiaro, dato che tutti i corsi sono tenuti in lingua albanese ed é pertanto improbabile che il Trota, che, come sostenuto da un giornale albanese (Albanianews), si esprime in dialetto padano e solo con stenti fa uso dell’italiano, sia stato in grado di sostenerli in dialetto Geg.
Questo sul fronte italiano. Vediamo ora quello albanese, su cui non stanno mancando sostanziosi risvolti politici e giudiziari.
Innanzitutto un motivo di rabbia, manifestata soprattutto dai giovani, per la vicenda starebbe nella disparità di trattamento:  se uno studente albanese per laurearsi in italia deve, a fatica, ottenere un permesso di soggiorno , a quanto pare Renzo Bossi (il Trota, anzi, Troftë, come viene chiamato in loco) in Albania non ci avrebbe mai messo piede. Le indagini del caso sono in corso, ma pare che l’Ambasciata italiana a Tirana avrebbe ammesso che non ci sono stati viaggi dell’illustre studente che, in quanto personaggio politico, in caso di visita avrebbe dovuto quantomeno dichiararsi presso la nostra sede diplomatica.
Secondariamente, la vicenda è una palese dichiarazione di mancanza di serietà delle istituzioni di istruzione superiore in Albania. Se bastano un po’ di soldi (non si sa di quanto si sia trattato, ma in fondo, la cosa ci pare ormai irrilevante) e nemmeno qualche viaggetto per avere un bel diploma in business, dove sta la famigerata qualità dell’istruzione alla quale il governo tanto dichiara di tenere?!? Grande imbarazzo dunque per il Ministro dell’Educazione Tafaj (peraltro dottorato in Germania), che ha fatto pubblicare tanto di comunicato stampa sul sito del ministero dove dichiara di aver avviato delle procedure di indagine sia presso l’Istituto in questione, sia attraverso un gruppo di monitoraggio che, insieme all’Agenzia per l’accreditamento dell’istruzione superiore dovrà accertare il rispetto delle norme ministeriali eccetera eccetera.
Nonostante questo non sono mancate le proteste di un gruppo di studenti, in particolare del nuovo partito nazionalista di opposizione Aleanca Kuq e Zi (Alleanza Rossa e Nera), che sarebbero arrivati a chiedere le dimissioni di Tafaj.  I media albanesi (Shqiptarja.com)  si sono azzardati a parlare addirittura di turismo dei diplomi: chi è alla ricerca di sesso va in Tailandia, chi di cure in India o a Cuba, mentre per i diplomi basta attraversare l’Adriatico!
Era prevedibile, inoltre, che il capo dell’opposizione socialista, Edi Rama, recentemente estromesso dalla guida della Municipalità della capitale, non perdesse l’occasione per lanciare invettive contro il governo Berisha, che sarebbe responsabile del degrado del sistema universitario e delle mancanze nelle politiche di riforma dell’istruzione. Un classico, insomma.
E intanto la procura di Tirana ha avviato un’inchiesta per far luce sulle dinamiche della vicenda:  innanzitutto per verificare se da parte italiana siano state fornite informazioni non veritiere sugli studi precedenti di Bossi Jr e poi per chiarire chi e come sia da ritenere responsabile del fattaccio.
 Per concludere, la curiosità mi fa porre un paio di questioni: ma perchè  é stata scelta proprio l’Albania, paese di provenienza di buona parte dell’immigrazione in Italia, tanto combattuta dalla Lega, e poi l’Università Kristal,  vero esempio di aurea mediocritas tra le università private del Paese ?
Ma soprattutto, che bisogno aveva Renzo Bossi, consigliere regionale per la Lombardia a 12mila euro al mese, di procurarsi un diploma di laurea falso, tanto più che non é riconosciuto in Italia??
La morale della favola questa volta pare proprio non esserci. Anzi, si puo’ dire che la stupidità umana non ha veramente confini.


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