martedì 10 gennaio 2012

Ecco perché il mercato non si fida del "tecnico"



di Nicola Melloni


Il giro europeo di Monti riporta d'attualità la gestione comunitaria della crisi che va ben al di là dell'operazione di bassa macelleria sociale attuata dal governo sul finire del 2011. Il nostro Primo Ministro ha cominciato un tour che lo porterà nelle principali capitali europee per perorare la causa italiana con un messaggio molto semplice: se non ci aiutate voi, non ci sono finanziarie che tengano. Da soli non ce la facciamo.
Bella scoperta. A fronte di una delle più sanguinose manovre economiche di sempre il mercato ha reagito aumentando ulteriormente lo spread, ormai ai suoi massimi storici - altro che governo tecnico dei miracoli. Ed indubbiamente il mercato, per una volta, ha ragione. Perché dare fiducia ad un paese che si auto-infligge una recessione, diminuendo volontariamente i consumi privati con tasse più alte per i redditi più bassi?
Già, perché? In realtà il governo Monti ha semplicemente ubbidito al diktat tedesco, tagli dopo tagli, perché i paesi indebitati devono pagare sulla propria pelle i propri sbagli. E' la logica del podestà straniero che proprio Monti stigmatizzava quest'estate sulle colonne del Corriere della Sera.
Salvo poi adeguarsi senza colpo ferire una volta preso il posto di Silvio Berlusconi, tanto da giustificare le misure sulle pensioni, e quelle in arrivo sul mercato del lavoro, come obbligate perché richieste dall'Europa. Non è però ben chiaro cosa sia questa Europa in cui ormai una larghissima maggioranza di paesi chiede gli euro-bond senza successo mentre la sola Germania ha il potere di decidere le politiche fiscali di altre nazioni sovrane, o supposte tali.
Qualsiasi persona di buon senso capisce che non è possibile uscire dalla crisi solo con lacrime e sangue. Non è successo in America negli anni '30, non è successo in Grecia negli ultimi due anni. Sono tutti fatti stranoti che Berlino non può certo ignorare ma che vengono usati ad uso e consumo della Germania. Berlino sta semplicementre replicando il modello di egemonia economica americana degli anni '90, quando il Fondo Monetario Internazionale imponeva riforme economiche punitive - e che avvantaggiavano solamente il capitale transnazionale di origine prevalentemente americana - in cambio dell'erogazione di prestiti. Merkel ha fatto lo stesso prima con la Grecia, ed ora con l'Italia, tentando in maniera neanche troppo mascherata un anschluss economico che mina però anche le basi della democrazia.e finanziarie non si fanno più nel rispetto della volontà popolare, non per aiutare l'economia ed il popolo italiano, ma per compiacere le richieste che vengono da Berlino. Si badi bene, alcuni sostanziali cambiamenti di rotta sono necessari. A nostro parere è la scandalosa sperequazione nella distribuzione del reddito a tarpare le ali all'economia italiana. Altri pensano siano le pensioni di anzianità e i contratti di lavoro. Ovviamente non siamo d'accordo, ma questo è il terreno della lotta politica e del confronto democratico; non può essere deciso ex cathedra da Merkel ed imposto per interposta persona.
Il ricatto tedesco rischia però di portare l'intero continente nel baratro, ed ormai se ne stanno accorgendo un pò ovunque. Merkel scommette sulla debolezza dei paesi europei che non sono in grado di tenerle testa ed alza sempre la posta. Dopo aver obbligato Roma ed Atene a lacrime e sangue ancora non permette l'intervento diretto della Bce e la creazione degli euro-bond. A pensar male si potrebbe supporre che tenti di rientrare di tutti i crediti tedeschi facendoli pagare ai popoli dell'Europa del Sud per poi abbandonarli al proprio destino. Una scelta suicida cui Monti ha il dovere di opporsi con tutte le sue forze. Berlino non sembra avere in mente la salvezza ed il futuro dell'Europa, ma solo l'interesse tedesco e sono proprio queste politiche egoistiche che stanno distruggendo il Vecchio Continente.
Se Monti vuole essere diverso da Berlusconi non solo nella forma ma anche nella sostanza deve essere capace di far sentire la propria voce in Europa, non accontentarsi di essere invitato a vertici internazionali inconcludenti che finiscono sempre con il rinvio delle misure di supporto agli stati in difficoltà. Di rinvio in rinvio siamo ormai arrivati ad un punto di non ritorno, con l'Europa meditteranea costretta dal veto tedesco a pagare tassi da usura sui mercati internazionali ed al contempo obbligata dall'Europa tedesca a tagli di spesa. Per uscirne bisogna mettere da parte le politiche miopi e di corto respiro, tornare ad un vero europeismo dei popoli e non dei mercati, di tutti e non dei più forti, una vera Unione in cui tutti i membri abbiano pari dignità. L'alternativa sarebbe una drammatica disintegrazione di cui tutti, ed in primis la Germania, pagherebbero le pesantissime conseguenze.
Da Liberazione 08/01/2012





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Gentile Signora Monti...

...mi faccia una cortesia, da donna a donna: Mario, lo tenga più in casa, soprattutto la sera. 
Glielo chiedo a fin di spread, perché qui in Spagna da quando l'Elvira ha detto a Mariano che si sarebbe trasferita alla Moncloa solo a patto che lui avesse cenato in casa tutte le sere, il nostro differenziale non ha più superato i 320 punti, mentre il vostro è sempre oltre i 500. E questo è senz'altro dovuto all'eccesso di esposizione, non del debito, ma dell'immagine del Presidente. Quest'uomo concede troppe conferenze stampa, va da Vespa, va da Fazio, gli manca solo il lotto alle otto...e più spiegazioni fornisce, più gli italiani s'inquietano.

Qui invece Mariano esce cinque minuti ogni tanto dalla serra in cui ha preso a curare i bonsai che lasciò Felipe e si limita a dichiarare: "Spagnoli, sto lavorando alla fase due, ma ve la spiego il mese prossimo". E, automaticamente, i sondaggi indicano che il 53% degli spagnoli approva le riforme, le considera necessarie ed ha fiducia nell'operato del Presidente invisibile. Vorrà mica che sia perché all'improvviso il Paese della movida è diventato in massa masochista; no, è per la tranquillità e la sicurezza che da sempre infonde l'uomo di poche parole. Nessuna nuova, buona nuova.

Da quando poi ieri abbiamo saputo, grazie ad un dossier del Barclays (parola di un po' po' di banca inglese, mica la cassa di risparmio di Trebaseleghe) che la BCE avrebbe finora comprato 46.000 milioni di debito pubblico spagnolo, ma ben 90.000 di quello italiano, ci sentiamo in una botte di ferro perché ciò in fondo significa che in questo momento gli italiani farebbero in tempo a schiattare due volte, prima che toccasse agli spagnoli. Mariano dorme tra due, anzi tre guanciali. Ed è amato dal popolo quasi quanto lo Zapatero che ritirò le truppe dall'Irak.

Mi dia retta, signora; alla sera, una minestrina, anche di dado -che il cotechino è pesante-, una tisanina e a letto presto. Per la tranquillità di tutti gli italiani.
Cordialmente,
Monica

PS: Le lascio una delle più belle canzoni di tutti i tempi, quella che conferisce dignità a noi PIGS: "Mediterráneo" di Joan Manuel Serrat. La faccia ascoltare a Mario ogni volta che parte per Bruxelles.

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