lunedì 10 dicembre 2012

Governo Monti: è finita, era ora

E Monti si è dimesso - secondo Bersani con un gesto di responsabilità, anche se onestamente mi sfugge quale fosse l'alternativa.
Non può che essere una buona notizia, perchè una cosa è sicura, l'Italia sta peggio ora di 1 anno fa. Siamo in recessione, e la nostra economia va addirittura peggio di quella spagnola. La disoccupazione è in aumento, i giovani senza lavoro sono 1 su 3, la povertà è in aumento, i consumi in ribasso, gli investimenti stagnanti. Nel frattempo abbiamo abolito l'art.18, scassinato le pensioni creando centinaia di migliaia di esodati, firmato un fiscal compact che ci obbliga a sacrifici e crescita zero per 20 anni, e modificato la nostra Costituzione in maniera oltraggiosa - il liberismo imposto nella nostra carta fondamentale, riducendone gravemente la democraticità.
Colpiti i ceti più deboli, legati mani e piedi alle generazioni future. Senza contare insulti e scherni a lavoratori, studenti, disoccupati. 12 mesi da incubo. Mentre i ricchi e potenti non sono stati toccati - nessuna patrimoniale, nessuna revisione degli scaglioni IRPEF, nessun taglio di stipendi e pensioni d'oro dei dirigenti pubblici.
E si, lo spread è sceso. Ma di questo va dato atto a Mario Draghi, non certo a Monti.
Berlusconi ha tolto la fiducia. L'ha fatto perchè spera di lucrare proprio sulle nefandezze fatte da Monti, cercando di prendere le distanze dall'operato del governo. Un comportamento opportunista, ma non certo irresponsabile. Che la reazione di Monti, Napolitano, Repubblica e Corriere siano tutte all'insegna del rischio che corriamo sui mercati la dice lunga sullo stato della nostra democrazia. Non si può fare politica, sembrano dire, ma semplicemente non disturbare il grande capitale. Questa d'altronde è stata la stella polare dell'azione di governo, tutta all'insegna del "i mercati ci guardano..." "l'Europa ci chiede" (tranne ovviamente quando si trattava di tassare il Vaticano). 
Beh, speriamo che le cose comincino a cambiare. Ci sarà Grillo che cercherà di sparigliare. Ma ci sarà soprattutto una nuova sinistra che pensa liberamente e che vuole andare veramente oltre l'agenda Monti. Cosa che Vendola, nonostante tutte le sue grida, non può garantire. Uno che l'agenda Monti la sposa in pieno, come Renzi, alle primarie l'ha doppiato. E Bersani vuole, per sua stessa ammissione, tenere Monti a bordo, o come Ministro dell'Economia (dici poco!) o Presidente della Repubblica, garante alla Napolitano, cioè garante di mercati e UE, non certo del popolo o della Costituzione. E lo stesso Monti pare ora deciso a scendere in campo, immaginiamo per riorganizzare i centristi, e certo per il PD sarebbe davvero d'accordo dire di no poi all'inciucione, non foss'altro in nome della Santa Alleanza contro B. (con cui va bene governare per un anno, ci mancherebbe, ma adesso che si vota è il Caimano di sempre, quindi la richiesta è sempre quella: turiamoci il naso, e votiamo il men peggio).
Ed allora è giunto il momento, finalmente, di tornare a votare. Destra populista, Monti, Bersani e la responsabilità che sta piegando l'Italia, Grillo e il partito privato. Oppure proviamo a trovare una alternativa. Senza voti utili, senza paura. Senza anti-berlusconismo, senza la spada di Damocle dei mercati sulla testa. Per cambiare l'Europa e non per subirla. Per poter decidere del proprio futuro senza che lo decidano prima altri.

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