lunedì 22 ottobre 2012

Ma in provincia qualche dubbio resta

Abbassare i costi della politica, da qualche anno è questo lo slogan principale che il Paese si è dato. Non che sia sbagliato, anzi. Ma ci sarebbe da valutare su cosa risparmiamo e su cosa è politica. Le provincie sono più che altro enti amministrativi, i costi degli eletti sono davvero pochi e dimezzarli non è che ci farà scialare nell'oro, anzi. E' un piccolo primo passo, si potrebbe dire. D'accordo. 
Ma qualche dubbio mi resta. 
Parto dall'esempio più ovvio e quello che conosco meglio per assidua frequentazione, la mega provincia Grosseto-Siena-Arezzo. Già prima della fusione le provincie di Grosseto e Siena erano tra le più ampie d'Italia, ora le abbiamo unite e per buona giunta vi è stata messa pure Arezzo. Mi pare che la gestione del territorio - cioè il compito principale delle Provincie, che soprattutto si occupano di strade - sia un po' complessa. Vasta zona costiera con le sue specificità, montagna (il Monte Amiata), le colline di Montalcino e del Chianti, ora la Val Chianina. La provincia a più alta densità eno-gastronomica (Reggio e Parma son andate in direzioni opposte). Ma come farà la nuova provincia ad occuparsi con efficacia di tutto questo? O i soldi e il personale amministrativo rimangono gli stessi - per altro con divisione pseudo-geografica-funzionale degli uffici - ed allora di risparmi veri non ce ne è, tutta fuffa. Oppure i soldi calano ma allora si riduce drasticamente la cura del territorio. Se, ad esempio, uno dei tanti paesini della Maremma, avrà bisogno di nuovi collegamenti stradali (non proprio un caso impossibile, dato il progetto di trasformare l'Aurelia in Autostrada) a chi si dovrà rivolgere? A qualcuno a Siena, troppo distante per capirne i problemi?
Per altro le Provincie sono gli unici enti a non esser stati travolti da scandali in questi anni, hanno funzioni limitate ma non sembrano un particolare spreco. Più che longa manu dello Stato (data la corrispondenza geografica con le prefetture) sono un organo di raccordo, a volte indispensabile su un territorio come quello italiano, montuoso e non sempre ben collegato. Le Provincie mettono in collegamento piccoli paesi con le Regioni, spesso troppo distanti per poter seguire i mille problemi locali. Ed, allo stesso tempo, rappresentano bene le specificità culturali del nostro Paese. Chiedete ad un modenese se si sente reggiano. O ad un pisano se è anche livornese. Saran diatribe stupide, ma rappresentano anche una parte delle nostre identità, sviluppatesi nei secoli. Fondere storie e culture diverse come se si potessero cancellare con un tratto di penna non credo sia la via giusta per fare un'Italia moderna e migliore.


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