giovedì 2 agosto 2012

Vendola. la sete di potere e l'ideologia dell'incoerenza

Di Nicola Melloni


Dunque Vendola scarica Di Pietro e abbraccia Casini. Che ci sarà mai da sorprendersi? Il leader pugliese porta a compimento un processo iniziato qualche anno fa a Chianciano quando dopo aver perso il congresso post-elettorale di Rifondazione Comunista decise bene di rompere quel partito pur di esser l'unico a comandare. D'altronde quello strappo su cosa si basava? Soprattutto sulle relazioni col PD, che per Vendola era allora ed è ancora adesso l'unica stella polare del suo percorso politico.
Alleanze a prescindere, così facciamo le primarie e mi gioco le mie chance. Politica, zero; potere, massimo. 
Dalla scissione Vendola ha rifiutato in maniera categorica qualsiasi confronto con la FdS, nonostante i ripetuti inviti. E dire che a sentirlo parlare Vendola e comunisti sosterrebbero cose simili: con la Fiom contro Marchionne, per esempio; all'opposizione del governo Monti; contro il fiscal compact. Tanto per fare qualche esempio concreto. Tutte posizioni che accomunano SEL anche all'Italia dei Valori. E tutte posizioni, en passant, che non solo lo dividono da Casini, ma anche dal PD. Ma chi se ne frega! In fondo si tratta solo di parole, non di programmi seri. Per quelli, ci mancherebbe, meglio allearsi con i sostenitori di Monti, con gli amici del Vaticano, con i rappresentanti dei poteri forti.
Così sì che si cambia l'Italia, con Casini, Binetti, Fioroni e Letta. Questo deve aver capito Vendola della crisi che deve esser evidentemente frutto della troppa influenza della sinistra sulla politica economica italiana. Ed allora meglio spostarsi a destra, abbandonare Marx per Montezemolo, un pò più privatizzazioni, un pò meno diritti, un bel pò meno stato sociale - quello che finora è stato il programma di Bersani e Casini. E che quindi diventa quello di Vendola. 



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1 commento:

  1. complimenti facciamoci del male aveva ragione il cav pompetta proprio coglioni !!!!!!!

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