venerdì 14 ottobre 2011

Gli aggiornamenti delle rubriche di "Resistenza Internazionale", 14 ottobre 2011

The City of London:
"Qualcuno aveva già capito tutto"
Mi hanno segnalato un bel video, da Quinto Potere, che risale a 35 anni fa e che risponde ad alcune delle domande che avevo posto ieri...leggi tutto l'articolo.

Rassegna Stampa:
Tutti gli aggiornamenti del dossier sugli indignati, QUI

Inoltre (clicca sui titoli per leggere gli articoli):
"La diseguaglianza insopportabile", di Nadia Urbinati da "Repubblica"

"La speranza di un new deal", di Chiara Saraceno da Repubblica.

Proposta: vietiamo il condono per essere più credibili in Europa
Di Nicola Melloni 

Da "Liberazione" del 12/10/2011

Ogni autunno, quando le foglie cominciano a cadere, ci tocca risentire la stessa vecchia storia. Ogni autunno, la destra italiana torna alla carica con il condono. E' una antica malattia italiana, il condono. Risale alla prima Repubblica, quando la Dc prima ed il Pentapartito poi ne facevano largo uso per accattivarsi le simpatie di commercianti e piccola impresa, un sussidio indiretto ai milioni di evasori fiscali, ed ovviamente una redistribuzione di reddito contro il lavoro dipendente che le tasse non le ha mai evase. Pian piano al condono fiscale si è aggiunto anche il condono edilizio che favoriva costruttori che non rispettavano il piano regolatore ed inquilini che decidevano di ignorare le regole. Da un punto di vista morale il condono è quanto di più indegno si possa immaginare: lo stato premia ex post coloro che infrangono la legge, sana il furto e l'abuso, premia i delinquenti contro i cittadini onesti. Il condono edilizio, inoltre, ha portato al saccheggio del territorio: città rovinate, coste deturpate, mentre creste di montagna smottano, argini cedono e caseggiati crollano.

Da un punto di vista economico, il condono, se possibile, ha effetti ancora più devastanti. In questi ultimi dieci anni, i vari governi Berlusconi hanno fatto abbondantissimo uso di qualsiasi genere di condono sempre con la scusa che c'era bisogno di reperire risorse. A maggior ragione, sostiene ora la maggioranza, c'è bisogno di far cassa in questo momento di crisi per ridare fiducia ai mercati. Si tratta di una emerita idiozia. Il ricorso ai condoni è uno dei maggiori problemi di economia pubblica italiana. Il condono crea un sistema di incentivi che perdura e si rigenera nel tempo in quanto, premiando l'evasione, alimenta l'evasione stessa nel futuro. Dunque, per ogni euro in più incassato oggi col ricorso al condono, ne avremo dieci o cento in meno domani. La logica del condono è che l'evasore trova ovviamente conveniente pagare una piccola multa (quando effettivamente lo paga) per sanare la propria posizione fiscale e dunque in questa maniera si aumentano le entrate. Allo stesso tempo, però, sapendo che il governo, prima o poi, ricorrerrà nuovamente al condono, l'evasore sarà incentivato a sanare la propria posizione oggi, ma a non pagare le tasse domani, aspettando che gli venga ancora una volta proposto di mettersi in regola nel futuro a prezzi scontatissimi. Chi non ha pagato la prima volta ed ha ottenuto lo sconto successivamente non ha dunque motivo per cambiare il proprio comportamento, in quanto ha visto che la sua azione (delinquenziale) paga. Chi invece ha pagato tutte le tasse e ha visto il suo concorrente evadere e venire premiato, troverà conveniente cominciare ad evadere lui stesso. Non solo. Dato che il condono aumenta l'evasione, il governo sarà costretto ad altri condoni nel futuro. Infatti il gettito fiscale diminuirà e l'esecutivo, per far cassa, dovrà nuovamente ricorrere alla sanatoria, giustificando in tal maniera l'incentivo a non pagare.

In questo modo in Italia si è alimentato il circolo vizioso dell'evasione che oggi vale circa tra il 18% ed il 22% del PIL - senza contare l'economia criminale. La base imponibile sottratta ai controlli fiscali è compresa tra i 200 ed i 300 milardi di euro. Detto in parole povere: se le tasse venissero pagate da tutti non ci sarebbe stato bisogno di alcuna manovra bis e tris questa estate. Ed il debito sarebbe rimesso in ordine nel giro di pochi anni. Non è finita qui. Il condono dovrebbe essere percepito come fumo negli occhi da tutti quelli che sostengono che la tassazione in Italia è troppo alta e che le tasse andrebbero ridotte, in quanto solo pagando tutte le imposte si potrà finalmente ridurle.

Per concludere, il condono alimenta l'evasione, ha contribuito a creare i dissesti di bilancio che ora paghiamo sui mercati internazionali, alimenta la concorrenza sleale e ci costringe ad adottare tasse più alte. Basterebbe essere, dunque, dei seri liberali per rifiutarsi anche solo di prendere in considerazione tale opzione. E sarebbe soprattutto opportuno che, invece di imporre il pareggio di bilancio in Costituzione, si decidesse di mettere nella nostra Carta il divieto del condono. Questo sì una garanzia di serietà per i partener europei, per i mercati finanziari e soprattutto per i cittadini italiani.


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