mercoledì 7 settembre 2011

Il giorno 7 o il 7º giorno?
piccole riflessioni dopo lo sciopero generale

QUI SPAGNA, martedí sera
di Monica Bedana

Mentre scrivo, sta per calare il sipario sullo sciopero generale italiano del 6 settembre contro una Manovra da operetta, sciopero voluto con determinazione solo e da un unico sindacato; da pochi minuti sono iniziate invece le manifestazioni di protesta convocate a Madrid e Barcellona da tutti i grandi sindacati spagnoli contro l'introduzione del tetto di spesa nella Costituzione.

Ancora una volta, nell'altalena di avvenimenti dettati dalla crisi economica che ci attanaglia, Italia e Spagna si sfiorano in un mano a mano, che qui, nel pregnante linguaggio della tauromachia, significa che a vivere o a morire in questo caso ci si applica in due.

In questa mia lunghissima giornata di protesta ho visto con soddisfazione sfilare le bandiere della CGIL su tutti i siti dei principali giornali spagnoli, che hanno raccontato con rigore le ragioni dello sciopero e sciorinato tutte le impietose cifre dell'economia italiana.
Ora sto vedendo le bandiere dei sindacati spagnoli, quelle dell'antico Partito Comunista e di Izquierda Unida ed i pungenti striscioni degli indignados, tutti insieme.

Ci separano sfumature, ma le ragioni di fondo della protesta sono identiche nei due Paesi: la dolorosa e rabbiosa presa di coscienza della società di fronte alla sconfitta della politica -di qualsiasi segno essa sia- ad opera dell'economia; l'opposizione categorica allo svuotamento della democrazia, che pagano solo i più deboli; il dover prendere atto che per difendere il lavoro dal capitale non rimane -per il momento-, in Spagna come in Italia, che prendersi con decisione le piazze e sperare solo nei vilipendiati sindacati. Perché la profonda rigenerazione della Sinistra, cosí urgente e necessaria, rimarrà probabilmente un'utopia.


E ORA?
Di Simone Rossi, da Londra

Giunta la sera del 6 settembre, è tempo di bilanci. Tralasciando il balletto ormai rituale delle cifre sulla partecipazione alla giornata di sciopero, le immagini dei cortei mostrate dai media indubbiamente confermano che la mobilitazione sia riuscita. Forse lo sciopero è stato indetto fuori tempo massimo, molti di noi se lo aspettavano un anno fa, dopo la manifestazione indetta dalla FIOM e da alcuni partiti di Sinistra. Forse sarebbe stato un atto dovuto quando, allo scoppio della crisi finanziaria, Berlusconi e la sua corte diffondevano un falso ottimismo e se la prendevano con i mezzi di informazione, rei di raccontare i fatti. A prescindere da queste considerazioni, il messaggio dei lavoratori e dei cittadini è pervenuto all'Esecutivo: la crisi non la possono pagare i lavoratori e le classi medio-basse. Tuttavia, siamo ben consapevoli che questa classe dirigente senza vergogna e senza dignità proseguirà sulla propria strada, cercando di portare a casa tutto il possibile prima del probabile collasso della coalizione di maggioranza.

Ed ora,? Mi chiedo nel piccolo della mia stanza. Ed ora? Domanda Salvatore Cannavò dal sito de Il Fatto Quotidiano. E ora? Immagino molti si stiano chiedendo. Torniamo tutti alle nostre faccende di sempre? La CGIL si dedicherà a salvare con lo spago l'unita con UIL e CISL, confederazioni sindacali ormai irrimediabilmente compromesse nella propria svolta reazionaria? Il PD, dopo la passerella odierna, si impegnerà nuovamente nelle proprie lotte intestine ed all'inseguimento del "Centro"?

Un ascoltatore di Radio Popolare, residente in Germania ed intervenuto ad un microfono aperto sullo sciopero, spiegava che nel suo paese di residenza uno sciopero di 8 ore è il colpo a salve che preannuncia una mobilitazione sindacale ad oltranza fino alla capitolazione del “nemico”. La CGIL ed il sindacalismo di base sono pronti a questo tipo di iniziativa? I partiti di Sinistra ed i movimenti della società civile sono pronti ad una versione italiana di Piazza Sintagma e di Puerta del Sol? Del resto, la mobilitazione ad oltranza sembrerebbe la logica conseguenza di questo sciopero, anche a giudicare dalle domande che alcuni conoscenti ed amici inglesi mi pongono. Italiani, siete pronti?

Articolo e video segnalati da Carla Gagliardini, da Londra

"European debt crisis: country by country financial analysis"; per leggere l'articolo clicca QUI .
Da "L'Unità": "Tutte le balle di B. sulla crisi". Per vedere il video clicca QUI