martedì 1 marzo 2011

Il governo vuole bloccare le rinnovabili

 
Il governo vuole bloccare le rinnovabili

"Il governo Berlusconi vuole bloccare le fonti rinnovabili a colpi di decreto per far posto al nucleare": è l'accusa lanciata dalle associazioni ambientaliste. Il decreto è previsto per il 1° marzo.


"Il governo Berlusconi getta la maschera con un attacco senza precedenti alle fonti rinnovabili. Con la proposta di Decreto legislativo che verrà presentata il 1° marzo dal Ministro Romani si vogliono fermare l'eolico, il solare, e le biomasse in Italia per dare spazio al nucleare". Così Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente, in occasione della conferenza stampa davanti al ministero dello Sviluppo economico convocata da Legambiente Greenpeace, Wwf, Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Kyoto Club, Ises, Anev, Aper, Assoenergie futuro, Assosolare. Questo decreto legislativo, se non verrà cambiato, "sarà un autentico schiaffo da parte di Romani nei confronti del Parlamento e della stessa Unione Europea- attacca Muroni- dopo due mesi di audizioni e confronti in Parlamento, con l'approvazione di risoluzioni da parte di Camera e Senato che proponevano correttivi al primo testo presentato dal Governo, perchè approvare un testo che non tiene in alcun conto queste proposte?". Forse, allora, aggiunge il direttore generale di Legambiente, "era questo l'obiettivo della campagna mediatica negativa condotta dal governo in questi mesi contro le fonti rinnovabili? Per far partire il nucleare facendolo pagare ai cittadini in bolletta?".  Ciò detto, "ci auguriamo- Muroni- che almeno il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo intervenga e faccia valere le ragioni dell'ambiente". Legambiente ha analizzato nel dettaglio i contenuti della proposta di decreto legislativo in attuazione della direttiva 2009/28/Ce, che il ministro dello Sviluppo economico  Paolo Romani presenta al Pre-Consiglio dei Ministri e che "bloccherebbe inesorabilmente lo sviluppo delle Rinnovabili in Italia". Per il solare fotovoltaico il Decreto prevede un tetto a 8.000 MegaWatt, dopo il quale è previsto lo stop a qualsiasi incentivo. Limite "incomprensibile, pari al fotovoltaico installato nel solo 2010 dalla Germania che ha così superato i 18.000 MW installati complessivamente puntando, in poco tempo, a raddoppiare questi obiettivi per raggiungere i target previsti dall'Unione Europea al 2020". Per l'eolico, c'è un "taglio retroattivo del 30% per gli incentivi in vigore: quando l'Unione Europea ha stabilito il divieto a qualsiasi intervento retroattivo proprio perchè toglierebbero certezze agli investimenti delle imprese nel settore". Ancora, si lamenta "un fallimentare sistema di incentivi con aste per i nuovi impianti: invece di ripensare gli attuali sistemi di incentivo, o copiare i migliori sistemi in vigore nei Paesi dove le rinnovabili stanno crescendo, si vuole introdurre in Italia il sistema delle aste che ha fallito in tutti i Paesi in cui è stato introdotto". C'è poi lo "stop ai regolamenti edilizi comunali e alle leggi regionali che spingono le rinnovabili in edilizia: altro che federalismo, il Decreto prevede il divieto di indicazioni 'diverse o superiori' a quelle previste nel testo per le fonti rinnovabili in edilizia, con la conseguenza che i Comuni e le Regioni che già sono intervenute, in alcuni casi con indicazioni molto più ambiziose, dovranno fare un passo indietro senza poter, in alcun modo, intervenire in materia".

Fonte: Dire

Pubblicato il Lunedì, 28 Febbraio, 2011 - 17:17