sabato 5 febbraio 2011

Annuncio a sorpresa di Marchionne "Fiat potrebbe trasferirsi a Detroi

Possibili in 2-3 anni la fusione con Chrysler e la sede negli Usa. L'a.d: "Mirafiori progetto fondamentale per Fabbrica Italia ma nel Bel Paese si fa troppa politica"  di PAOLO GRISERI

TORINO - La Fiat sarà americana: "Tra due o tre anni Fiat e Chrysler potranno diventare un'unica entità che potrebbe avere sede qui" negli Stati Uniti, dice Sergio Marchionne parlando a San Francisco. Una discovery sul futuro del Lingotto che coglie totalmente di sorpresa il versante europeo dell'alleanza tra Torino e Detroit. A Torino ieri sera si tendeva a relativizzare una battuta fatta al termine di una tavola rotonda della Jd Power nella città della costa ovest. Una battuta che farà comunque discutere perché è la prima volta che Marchionne ipotizza di trasferire oltreoceano la testa della società: "Sono ancora ipotesi, stiamo studiando - ha precisato l'ad - e comunque non faremo passi fino a quando non avremo restituito i prestiti concessi dai governi di Usa e Canada".
La mossa di Marchionne è comunque coerente con le sue dichiarazioni fatte nel corso delle ultime ore. Con la rappresentazione di una Chrysler dove tutto funziona come un orologio e di una Fiat dove non mancano i problemi: "Chrysler - ha detto ieri - ha superato tutti i target e nel 2011 potrebbe superare i 2 milioni di automobili, siamo molto soddisfatti". Soddisfazione che è stata palese anche dalla scelta di distribuire a tutti i dipendenti Chrysler un bonus come segno di riconoscenza "per i sacrifici sopportati". Ben diverso il giudizio che l'ad ha dato sulla situazione italiana: "Lo stabilimento di Mirafiori è un progetto fondamentale per il progetto di Fabbrica Italia,
ma nel Bel Paese si fa troppa politica". Il riferimento è evidentemente alle polemiche che hanno accompagnato gli accordi di Mirafiori e Pomigliano e, in generale, alle critiche che gli atteggiamenti di Marchionne hanno suscitato in Italia negli ultimi mesi. Dunque il trasferimento della sede oltreoceano, che per ora l'ad definisce "una ipotesi", sarebbe motivato non solo da considerazioni di tipo economico ma anche dalle difficoltà di comunicazione e di immagine che l'amministratore delegato sta incontrando in Italia.

Quando potrebbe avvenire il trasloco? Marchionne ha detto che "le scelte sulla governance verranno fatte dopo la fusione" e che quella fusione "non avverrà prima che siano onorati i debiti". Il calendario è presto fatto: entro fine 2011 Fiat potrebbe salire al 35 per cento di Chrysler e conquistare il 51 per cento alla fine di quest'anno o all'inizio del 2012. Poi potrà cominciare la vera e propria operazione di fusione. Così nel 2013-2014 si deciderà quale sarà il luogo in cui si prenderanno le decisioni strategiche, il quartier generale. Ma il 2014 è anche l'anno in cui si concluderà il piano presentato da Marchionne nell'aprile scorso. "Ormai gli annunci importanti Marchionne li fa quando si trova in America, e anche questo è un segnale", commenta Giorgio Airaudo della Fiom addossando "alla politica nazionale e locale la responsabilità di non aver saputo trattenere la Fiat in Italia". Per il responsabile auto della Fim, Giuseppe Farina, è invece "troppo presto per commentare una battuta piena di condizionali".

Con una incertezza in più, Fabbrica Italia prosegue comunque il suo cammino. Ieri la Fiat ha annunciato che il 7 marzo inizieranno gli incontri con i sindacati per decidere le modalità di trasferimento degli attuali dipendenti di Pomigliano nella newco che produrrà la Panda. Agli incontri parteciperà