mercoledì 26 gennaio 2011

49 firme



49 firme
e l'appoggio incoraggiante di De magistris:
Cari tutti
grazie a voi, per il vostro non scontato impegno per un mondo più giusto!
Teniamoci in contatto e buon lavoro,
Luigi de Magistris


Lo sciopero generale dei metalmeccanici del 28 Gennaio è un appuntamento importante, forse decisivo. Ormai il gioco del padronato italiano si è fatto chiaro. La FIAT aveva imposto un contratto arretrato e che ledeva i diritti dei lavoratori a Pomigliano giustificandolo con la situazione “particolare” dello stabilimento campano. Si era detto che Marchionne portava investimenti in zone depresse e qualche sacrificio bisognava pur farlo. I vari sindacati di categoria, a parte FIOM e Cobas, accettarono questo *unicum*. Il diktat di Marchionne – meno diritti o licenziamento – fu approvato dai lavoratori con il 63% dei consensi, non proprio un plebiscito davanti ad una scelta di vita o di morte.

Poi è stata la volta di Mirafiori, un’altra eccezione, e questa volta ci dissero che invece di andare in Canada o in Brasile, la FIAT manteneva lo stabilimento storico piemontese e che bisognava capire, il settore auto è in difficoltà non solo in Italia e, nuovamente, qualche sacrificio bisognava pur farlo. Ancora una volta i sindacati, con la solita esclusione di FIOM e Cobas, accettarono le condizioni capestro. Gli operai chiamati al voto non furono particolarmente convinti ed i sì tra le tute blu, quelle maggiormente colpite dal contratto voluto dalla FIAT, prevalsero per appena 9 voti. In un contesto così difficile, migliaia e migliaia di operai hanno avuto il coraggio di dire no. Hanno messo non i loro diritti, ma i diritti di TUTTI davanti al proprio lavoro, alla propria vita. Hanno votato per perdere il lavoro ma difendere la democrazia.

Ora Federmeccanica vuole estendere il nuovo contratto a tutto il settore metalmeccanico, svelando il vero intento degli imprenditori: riscrivere il contratto sociale ed addirittura i diritti individuali sanciti dalla Costituzione, magari con l’utilizzo di referendum che sarebbero chiaramente illegittimi se proposti al di fuori delle fabbriche e che sono strumentali a frammentare il fronte dei lavoratori in difesa dei loro diritti. Ma le fabbriche non sono zone franche in cui la democrazia non entra. Non ancora, almeno.

Lo sciopero del 28 Gennaio non difende solo le condizioni di lavoro, pur importanti. Difende la Costituzione, difende l’idea di un’Italia migliore e più giusta. Non possiamo chiedere agli operai di combattere per tutti noi, non possiamo lasciarli soli. Non vogliamo una democrazia in cui i diritti si comprano con i ricatti, non vogliamo un paese in cui si scambia la dignità col denaro. Il 28 Gennaio saremo tutti operai, al fianco della FIOM a difesa della Costituzione, dei diritti, della dignità.

Nicola Melloni, London Metropolitan University, UK
Simone Giovetti, United Cities of France (Cooperazione Francese), Francia
Stefano Zago, architetto, Francia
Gualtiero Badin, Boston University, UK
Francesca Congiu, University of Leeds, UK
Giulia Centineo, Usa
Rosario Brunetto, Paris, Francia
Stefano Bianchi, Vaxjo, Svezia
Monica Bedana, Salamanca, Spagna
Giandomenico Iannetti, University College London, UK
Gaetano Ciaravella, KIST, Corea del Sud
Imma Faccia, UK
Francesco Artuso, Francia
Carla Gagliardini, London, UK
Irene Zampieron, Geneve, Svizzera
Laura Andrazi, Paris, Francia
Tommaso Cavazza, Barcelona, Spagna
Alessandro Volpi, London, UK
Mario Di Francesco, Intervida, Mali
Veronica Collati, giornalista, Francia
Vanessa Lieghio, Cork, Irlanda
Alessandro Colizzi, Montreal, Canada
Massimiliano Ruocco, PhD Student, Norvegia
Stefano Mersi, Geneve, Svizzera
Angelica Pesarini, University of Leeds, UK
Davide Sormani, Brno, Repubblica Ceca
Vasco Molini, Maputo, Mozambico
Simone Scarpa, Linnaeus University, Växjö, Svezia
Francesco Angelico, Hannover, Germania
Fabio Pappalardo, Adelaide, Australia
Federico Faloppa, University of Reading (UK)
Alessio Baldini, University of Leeds (UK)
Marco Baldini, artista, Francia
Genny Carraro, Dublino, Irlanda
Pietro Roversi, Oxford University, UK
Marco Valente, Karlskrona, Svezia
Alessio Tacconi, Zurich, Svizzera
Giada Zordan, Zurich, Svizzera
Bruno Brigandi, Madrid, Spagna
Claudia Marfella, Kingston University, UK
Gigliola Sulis, University of Leeds, UK
Teresa Piccolo, Berkley, USA
Arianna Lovera, EHESS, Paris, Francia
Emanuele Congiu, Paris, Francia
Andrea Brunelli, Barcelona, Spagna
Massimo Recchioni, A.N.P.I., Kutna Hora, Repubblica Ceca
Maria De Francesco, Brighton, UK
Simone Rossi, London, UK
Nicola Countouris, University College London, UK

Contatti e adesioni:

italianiallesteroconlafiom@gmail.com

In questo nuovo numero sarà pubblicato anche il nostro primo appello!


Fatti, cifre, bilanci, proposte per un futuro auto-sostenibile. Un'iniziativa Sbilanciamoci-il manifesto, il 28 gennaio

Centotrentadue adesioni alla lettera scritta da un gruppo di economisti lanciata da sbilanciamoci.info; molti commenti, lettere, articoli. Intorno alla vicenda Fiat e allo scontro con la Fiom qualcosa si è mosso anche nel mondo dell'economia edell'informazione, e la discussione si è allargata alla questione del declino industriale italiano e delle prospettive di uscire dalla crisi con un altro modello produttivo. Sbilanciamoci.info ha dato voce e sostanza a queste riflessioni, e continuerà a pubblicare articoli e contributi, che portano nuovi punti di vista.
Per raccogliere i materiali principali sulla questione Fiat-Fiom - e sostenere lo sciopero Fiom del 28 gennaio - abbiamo realizzato insieme al quotidiano il manifesto uno speciale che sarà in edicola - e nelle piazze - col giornale proprio venerdi 28 gennaio. Sarà uno strumento per spiegare i problemi, ascoltare le voci dei protagonisti, cercare nuove strade per il lavoro e l'industria del paese. Un strumento aperto: potete continuare a mandare proposte di intervento e analisi sull'argomento (a redazione@sbilanciamoci.info, preferibilmente inviare prima un breve abstract).
Sono poi in arrivo una serie di appuntamenti in diverse città italiane per discutere di questi temi: tenete d'occhio gli annunci sulla nostra homepage. E, se volete, proponete un'iniziativa nelle vostre città, scuole, università: i firmatari della lettera sono disponibili a partecipare.